Bambino

Bambino

L’alimentazione è uno degli aspetti fondamentali per la corretta crescita dei bambini: fornisce energia, grassi utili per il sistema nervoso, proteine necessarie alla formazione dei muscoli. Le buone abitudini alimentari fin da piccoli renderanno molto più semplice seguire una dieta corretta con l’avanzare dell’età, prevenendo disturbi del metabolismo e cardiovascolari.

Per favorire un’alimentazione sana nei bambini è fondamentale che chi li cresce metta loro a disposizione e consumi cibi sani. I bambini seguono le abitudini dei genitori e la condivisione del pasto è un momento importante per la loro educazione alimentare.

Un’adeguata alimentazione è importante nei primi 2 anni di vita del bambino: abbassa la mortalità, riduce la probabilità di ammalarsi (soprattutto di malattie croniche) e favorisce un migliore sviluppo. Secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, la denutrizione è responsabile di circa il 50% delle morti infantili nel mondo (in particolare nei paesi meno sviluppati). 

Nel mondo occidentale, invece, spesso si eccede con calorie e proteine, con un’assunzione ridotta di pesce e vegetali. L’indicazione è quella di seguire una dieta equilibrata e varia (da accompagnare a un’attività fisica regolare). Laddove questo non fosse possibile a causa di allergie o intolleranze, è consigliato rivolgersi a un medico o un nutrizionista per capire come gestire la situazione.


Alimenti da preferire

I bambini hanno le stesse necessità nutrizionali degli adulti, ma quantità e varietà di nutrienti necessari alla loro crescita variano con l’età. Infatti, energia, carboidrati, proteine, grassi, vitamine e minerali diventano più o meno importanti a seconda della fase della crescita.

I tipi di alimenti da preferire sono:

  • Cereali (riso, grano, orzo, farro, mais, quinoa, avena e derivati). Parte essenziale del pasto, poiché contengono prevalentemente carboidrati che forniscono energia. Sono da preferirsi integrali perché contengono fibre, utili perché regolano la digestione e prevengono alcuni disturbi (es. cancro del colon).
  • Verdura. Contiene sostanze utili all’organismo quali minerali, vitamine e fibre, che si assumono al meglio se le verdure sono fresche e di stagione oppure surgelate o in scatola. L’ideale è dare ai bambini una varietà di colori di verdure, dal verde al viola.
  • Frutta. Possibilmente fresca, a chilometro zero e di stagione, affinché mantenga al meglio il suo contenuto di vitamine, minerali e fibre. Sebbene faccia molto bene, non bisogna esagerare con le dosi (2-3 porzioni al giorno) perché contiene anche zuccheri. La frutta secca è una buona scelta ma è 4 volte più energetica, per cui bisogna tenere d’occhio le dosi (10-20 grammi al giorno). Da preferire spremute fresche o frullati 100% frutta ai succhi di frutta (contengono meno fibre e possono includere zuccheri semplici aggiunti).
  • Proteine. Carni bianche (pollo, tacchino, coniglio), pesce (molluschi, crostacei, pesce magro, 2 volte a settimana pesci grassi come salmone e sgombro), legumi (come soia, piselli, fagioli) da abbinare a cereali, uova, latticini e piccole porzioni (10-20 grammi al giorno) di frutta secca non salata. I latticini costituiscono una parte importante della dieta dei bambini, per cui dovrebbero essere assunti almeno 4-5 volte a settimana, tra pasti principali e colazione. Oltre i 3 anni sono da preferirsi latticini poco grassi (yogurt magri, latte parzialmente scremato, formaggi freschi).
  • Grassi insaturi. Si trovano in frutta secca, oli vegetali come olio extravergine d’oliva, di girasole e di mais (fanno eccezione olio di palma e di cocco), pesci grassi (salmone, sgombro, anguilla e aringa), avocado. Insieme al colesterolo, che si raccomanda di assumere con le uova, sono essenziali per la crescita fino all’adolescenza, poiché l’organismo li sfrutta per costituire la membrana delle cellule, gran parte del sistema nervoso e alcuni ormoni.
  • Acqua. Migliore bevanda per favorire la funzionalità dell’organismo e aiutarlo a bilanciare il suo contenuto di liquidi e sali minerali. Altri liquidi sono meno dissetanti e possono contenere sostanze che risultano poco salutari, soprattutto se assunte troppo spesso.
  • Gli integratori vitaminici sono necessari in specifiche situazioni, da valutare insieme ai medici e/o nutrizionisti.

L’ideale sarebbe inserire frutta o verdura in ogni spuntino, poiché il consumo di vegetali sin dall’infanzia riduce notevolmente l’incidenza di alcuni tipi di cancro.


Alimenti da limitare

È raccomandato limitare i alcuni cibi, che sono compatibili con una dieta sana soltanto in quantità ridotte poiché, se assunti in quantità eccessive, facilitano l’emergere di malattie. Si tratta degli alimenti molto processati o ricchi di:

  • Zuccheri semplici. Dolci, miele, sciroppo d’acero, cioccolato, energy drink, succhi di frutta e altre bevande dolci spesso contengono zuccheri in quantità eccessive. Si consiglia di preferire l’acqua come bevanda e scegliere cereali per la colazione, snack e altri prodotti poveri di zuccheri aggiunti.
  • Grassi saturi. I grassi idrogenati o contenuti in carni (soprattutto rosse), panna, burro, margarina, olio di palma e olio di cocco predispongono a problemi di salute, per cui sono da limitare. Bisogna preferire grassi insaturi, come quelli contenuti in altri oli vegetali (come olio extravergine d’oliva, di girasole, di mais), creme spalmabili 100% frutta secca (ad esempio di nocciola o arachidi), avocado, pesci grassi.
  • Sale. Un eccesso di sale predispone al sovrappeso, a malattie cardiovascolari e ad abitudini che portano a questi problemi. Quindi, si consiglia di evitare il sale nel primo anno d’età e di limitarlo molto anche successivamente. Si consiglia di incoraggiare spuntini e pasti con cibi fatti in casa: gli alimenti industriali contengono spesso sale e zucchero, anche in prodotti imprevedibili (ad esempio, alcuni produttori aggiungono zuccheri alle verdure al vapore).
  • Salumi e carni conservate. Sono da limitare molto poiché sono ricchi di sale, grassi saturi e altre sostanze correlate alla comparsa di tumori.
  • Caffeina. I bambini al di sotto dei 12 anni dovrebbero evitare di assumere caffeina e altri neurostimolanti, come la teobromina. Queste sostanze si possono trovare in caffè, tè, bevande energetiche, cole, cioccolato e altri derivati del cacao.
  • Alcol. Da evitare, è dannoso anche in minime dosi.

Fabbisogni e nutrienti

Lo strumento principale per determinare i fabbisogni e nutrienti viene fornito dall’Istituto Nazionale della Nutrizione che pubblica i Livelli di Assunzione Raccomandati di Energia e Nutrienti (L.A.R.N.) specifici per le diverse età nella  popolazione italiana in buono stato di salute.

Latte materno e divezzamento

L’allattamento al seno è il mezzo naturale e insostituibile, donatoci dalla natura, per assicurare ai bambini ciò di cui hanno bisogno, per nutrirsi e potersi difendere dai microrganismi patogeni. In teoria, esso dovrebbe rappresentare il normale metodo di allattamento per i primi 6 mesi di vita. Potenzialmente tutte le donne possono secernere latte; rare sono le cause puramente fisiopatologiche che impediscono l’allattamento al seno.

Uno stretto contatto fisico tra madre e figlio immediatamente dopo il parto e un frequente allattamento al seno sono lo stimolo migliore alla secrezione lattea. Il corretto posizionamento del bambino al seno facilita l’allattamento, garantisce l’apporto latteo e aiuta a prevenire capezzoli ulcerati o fissurati e congestione del seno.

Il primo latte, il colostro, ha un particolare valore nutritivo e sanitario per il neonato grazie al suo alto contenuto di proteine e di vitamine liposolubili e alle sue proprietà antisettiche che favoriscono la prevenzione delle malattie nell’età neonatale. È la prima immunizzazione del neonato. Il latte materno è inoltre il miglior contrasto all’insorgenza di potenziali allergie nell’età adulta.

La somministrazione di altri alimenti o liquidi al neonato allattato al seno prima dei 6 mesi d’età in genere non è necessaria e può anzi comportare rischi, come quello di renderlo più esposto a malattie diarroiche o di altro tipo. A causa degli effetti sull’allattamento e sulla secrezione lattea, la somministrazione di qualsiasi altro alimento liquido, prima che l’alimentazione complementare si renda necessaria dal punto di vista nutrizionale, può ostacolare l’inizio e la prosecuzione dell’allattamento al seno.

Le madri dovrebbero essere informate del fatto che, alternando uno stimolo artificiale (la tettarella di gomma) ed uno naturale (il seno), si confonde soltanto la reazione orale del neonato. Poiché succhiare da una tettarella di gomma è meno faticoso, i muscoli delle guance si indeboliscono e si perde la voglia di succhiare al seno. Per evitare il ridursi della produzione di latte dovuto ad una scarsa attività di suzione, non si dovrebbero dare né tettarelle artificiali né succhiotti ai neonati allattati al seno. Nei rari casi in cui sia necessario integrare l’alimentazione, il cibo può essere somministrato con cucchiaini, contagocce o tazzine.

In sintesi, il latte materno:

  • Contribuisce a creare e rafforzare il legame di amore con il neonato
  • Migliora inoltre il rapporto madre-figlio, fonte dell’armonico sviluppo psicofisico del bambino.
  • Diminuita incidenza dei tumori dell’ovaio
  • Diminuito rischio depressione post-parto
  • Riduzione rischio cancro al seno (soprattutto se l’allattamento è prolungato)
  • Diminuzione del Diabete di tipo 2 (in relazione alla durata dell’allattamento)

Non esistono dubbi sul fatto che il latte umano sia il miglior tipo di alimento per il nato a termine: grandi vantaggi anche per i neonati pretermine (Mc Guire 2004).

Raccomandazioni OMS
  • Avvio dell’allattamento entro 30’ – 60’ dal parto
  • Allattamento esclusivo fino ai 6 mesi di età
  • Allattamento fino al secondo anno di età e oltre
  • Divezzamento complementare dai 6 mesi
  • Alimenti somministrati con cucchiaino e tazzina, non con biberon


Formule

L’allattamento naturale va sempre e comunque promosso, tranne nei casi di comprovata impossibilità o di gravi controindicazioni: reale assenza di latte, patologie gravi della madre (tumori, epatopatie, cardiopatie, ecc.), anomalie del seno, assunzione di farmaci essenziali per la madre in grado di passare nel latte (anticonvulsivanti, antidepressivi, antibiotici, ecc.).

In caso di impossibilità di allattamento al seno si ricorre ai latte/formula. Tutte le formulazioni destinate a lattanti attualmente in commercio hanno come base il latte vaccino (ondi capra).

I processi tecnologici di produzione di formulati per lattanti hanno lo scopo di avvicinare il più possibile la composizione latte vaccino a quella del latte materno.

Formule per lattanti sani – primi 3 mesi

Il latte vaccino come tale non può essere ritenuto idoneo per l’alimentazione dei neonati. È pertanto necessario apportare modifiche più o meno importanti alla sua composizione per avvicinarla a quella del latte materno.

Sono disponibili formulati in polvere e liquidi: i primi occupano meno spazio ma necessitano di opportuna preparazione, i secondi sono più comodi qualora si debba alimentare il bambino in ambiente non domestico, essendo solo da scaldare.

Protocollo: fare riferimento al peso corporeo + 250 mL; es.: se il bambino pesa 5,5 Kg fare riferimento a circa 800 mL da dividere nel primo mese di vita, in genere, in 6 pasti, successivamente in 5 pasti (ogni 4 ore: 6-10-14-18-22). La riduzione a 4 pasti può essere lasciata gradualmente al bambino stesso ad esempio per l’ultimo pasto delle 22 (ovviamente aumentando la dose nei 4 pasti rimanenti).

Latte con Probiotici

Negli ultimi anni particolare attenzione è stata rivolta anche ai latti fermentati contenenti microrganismi probiotici, precisamente batteri lattici selezionati.

I ceppi di microrganismi utilizzati (di solito Streptococcus thermophilus e Bifidobatteri) favorirebbero lo sviluppo di una flora intestinale protettiva: maggiore resistenza alle infezioni, contenimento del rotavirus, ecc.).

Latte per Neonati con Rigurgito Frequente

L’incidenza del rigurgito frequente nel lattante oscilla tra il 20 e il 40% della popolazione infantile. Si può intervenire efficacemente con la dieta, utilizzando latti arricchiti con prodotti specifici: amido di riso o di mais (la componente attiva è l’amilopectina) o con farina di semi di carrube (i componenti attivi sono i galattomannani).

Latte per Neonati con Diarrea

La patologia diarroica del neonato è molto frequente, con cause molteplici: infezioni intestinali, intolleranze alimentari, malnutrizione, terapia antibiotica protratta, ecc. Il trattamento dietetico con formule adattate ha lo scopo di risolvere la disidratazione, raggiungere gli standard di crescita previsti, stimolare la risposta anticorpale. I formulati in commercio hanno di solito un ridotto tenore di lattosio, in quanto di solito è presente un’intolleranza secondaria a questo disaccaride. Formule spesso non equilibrate, da usare per limitati periodi di tempo.

Formule per Neonati Sottopeso o Pretermine

Età gestazionale: si calcolano le settimane a partire dal primo giorno dell’ultima mestruazione. Si definisce pretermine un parto che avviene entro la 37a settimana, post termine un parto che avviene dalla 42a settimana in poi.

Sia per i neonati pretermine che per quelli a basso peso (<2.500 g) sono indispensabili strategie dietetiche che tengano conto dell’immaturità dell’organismo, della difficoltà di adattamento alla vita extra-uterina e della necessità di energia e nutrienti diversa da quella dei soggetti normali.

Età d’inizio dell’alimentazione complementare

Già dal 2001 la WHO (World Health Organization o Organizzazione Mondiale della Sanità o OMS) consiglia l’assunzione di latte (materno e/o formula) esclusivo fino al sesto mese e la somministrazione di alimenti diversi dal latte solo dopo il raggiungimento di tale età.

Cosè il divezzamento?

“Periodo transitorio della vita in cui il latte, materno o no, cessa di essere l’alimento esclusivo della dieta del bambino, venendo gradualmente sostituito da un pasto semisolido e poi da cibi solidi”.

  • Passaggio graduale a consistenze diverse dei cibi proposti rispetto al latte
  • Accesso a gusti nuovi come amaro o salato
  • Sviluppo di abilità nuove (masticazione, deglutizione, coordinazione motoria)
  • Progressiva autonomizzazione del bambino

Quando divezzare

ESPGHAN E AAP consigliano: non prima del 4°mese e non dopo il 6° mese, ben prima dell’epoca consigliata OMS, e probabilmente l’epoca più corretta, alla luce delle conoscenze attuali.

Dal 5-6°mese di vita il latte materno esclusivo fornisce inadeguati apporti di:

  • Zinco
  • Ferro
  • Proteine ad elevato valore biologico

Tuttavia, se possibile, il latte materno va integrato e non eliminato perché:

  • fornisce quantità elevate di acidi grassi a catena molto lunga e di importanti fattori non nutritivi (immunologici, trofici, enzimatici, ecc.)
  • contribuisce a mantenere ottimale l’apporto proteico evitando un eccesso
  • riduce l’incidenza di tumore al seno nella madre
  • è “economico”

Possibili effetti negativi di un divezzamento troppo precoce (< 3-4 mesi)

  • Riduzione dell’effetto protettivo dell’allattamento sulla nutrice
  • Sbilanciamento della dieta del lattante verso un’alimentazione iperglucidica e ipolipidica
  • Diarrea
  • Sensibilizzazione allergica
  • Eccessivo carico renale dei soluti

Troppo presto o troppo tardi: Quali rischi?

  •  Malnutrizione per difetto (micronutrienti) o per eccesso (calorie) rischio di deficit marginali” maggior rischio di obesità se le curve di crescita mostrano tendenza a passare a centili più alti
  • Rischio di aumento di malattie diarroiche (soprattutto se troppo precoce) malnutrizione globale, calorico-proteica (marasma)
  • Interferenza con l’allattamento al seno e coi nutrienti del Latte Materno (ad es., la pera interferisce coll’assorbimento del Ferro)
  • Rischio di mancata educazione al gusto o al contrario di sovra stimolazione del senso del gusto, responsabilità verso i fenomeni di neofobia?
  • Rischio di alterato “programming”
  • Rischio di alterazioni nello sviluppo corretto del sistema immunitario: allergie!
  • Aumentato rischio di malattie croniche dell’apparato gastroenterico (MICI…)
  • Rischio di esordio troppo precoce e grave / scoperta tardiva della celiachia

Diritto del bambino ad un divezzamento indirizzato, sereno e nutrizionalmente adeguato

PROPOSTE:

  • Alimenti per il divezzamento con apporto proteico adeguato e non eccessivo
  • Formule di proseguimento, in mancanza di latte materno e non latte vaccino
  • Rivedere quota proteica e costo omogeneizzati
  • La proposta di cibi nuovi deve essere graduale e rispettosa dei ritmi di crescita del bambino (diritto al rispetto di tappe maturative)
  • Supporto alle madri in difficoltà con informazioni corrette su come proporre l’alimento senza forzature ma senza neppure regressioni ad un pasto frullato dato per biberon

Sequenza ipotetica di introduzione degli alimenti (II semestre)

  1. Frutta (mela, banana, pera)
  2. Verdura (patate, carote, zucchine)
  3. Cereali (riso (a meno che non sia stitico), mais e tapioca e al 6°mese il grano)
  4. Carne (agnello, coniglio, manzo, pollo)
  5. Legumi 8°mese?
  6. Pesce (trota, platessa, orata, salmone) e tuorlo d’uovo 9°mese?
  7. Yogurt/yogurt con frutta frullata, Agrumi, Prosciutto crudo/cotto a pezzettini
  8. all’anno di vita inserisci anche l’albume: in particolare, già al 9° mese, si inizia con un cucchiaino di tuorlo nella pappa calda e aumentando fino ad un tuorlo intero da fare cuocere 1-2 minuti insieme alla minestrina (massimo 2 volte alla settimana), successivamente albume: preferibilmente cotto (insieme alla minestra) perché altrimenti è poco digeribile e allergizzante. È possibile iniziare ad utilizzare anche la pasta all’uovo.
  9. Pomodoro dopo il 12°mese?

Intervallo di tempo: 4-7 gg tra i singoli nuovi alimenti

Consigli per evitare errori nutrizionali nel anno di vita

  • Cercare di non alimentare il bambino ogni volta che piange perché il pianto potrebbe avere significati diversi (sonno, stanchezza, coliche)
  • Evitare di aggiungere biscotti o cereali al biberon prima del 6°- 7° mese (se esiste la necessità di addensare il latte, per problemi di rigurgito, utilizzare la crema di riso e non il biscotto)
  • Favorire l’introduzione, nello svezzamento, di alimenti a bassa densità energetica come frutta fresca e verdure
  • Appena possibile, generalmente dopo il I anno di vita, sostituire il latte intero con quello parzialmente scremato
  • Abituare il bambino a dissetarsi con acqua e non con succhi di frutta o tisane zuccherate
  • Preferire le spremute di frutta fresca al succo di frutta zuccherato
  • Evitare l’aggiunta di zucchero e sale in tutto il 1° anno di vita.

Un momento delicato…

  • Il passaggio dal latte agli alimenti solidi è un momento particolarmente delicato per il bambino.
  • Infatti il piccolo si trova ad assumere un alimento di consistenza diversa attraverso il cucchiaino seduto sul seggiolone: non più succhiando al seno della madre stando accoccolato in braccio
  • Il divezzamento sottopone il bambino a numerosi cambiamenti. Questi cambiamenti andrebbero eseguiti in maniera graduale, così da rappresentare una piacevole esperienza, non un motivo di conflitto tra la madre ed il bambino. Elogi, attenzioni premurose e coccole sono di vitale importanza per la riuscita dello svezzamento.
  • È necessaria pazienza senza avere ansia che questo passaggio debba avvenire in tempi brevi. Non ci sono infatti generalmente problemi nutrizionali, essendo il latte a questa età ancora sufficiente per soddisfare i fabbisogni del bambino. Dunque è possibile concedere al bambino un periodo di assestamento senza che venga compromessa la sua crescita.
  • Per tutto il primo anno di vita la pappa deve essere priva di sale (periodo durante il quale si completa la maturazione della funzionalità renale) e di consistenza cremosa (per ovviare alla incapacità masticatoria del bambino).
  • È bene cominciare il divezzamento introducendo la prima pappa al pasto di mezzogiorno, ponendo il bambino sul seggiolone e sedendosi di fronte a lui, pronti ad un suo eventuale rifiuto.
  • Se nei primi giorni mangerà anche solo pochi cucchiaini sarà già soddisfacente.
  • Se si rifiuterà è bene non forzarlo, riprovando il giorno successivo; i nuovi alimenti vanno sempre proposti e mai imposti!
  • Durante tutto il periodo dello svezzamento è importante aggiungere un nuovo alimento alla volta ed aspettare 5 – 6 giorni prima di inserirne un altro, per rendersi conto se ci sono difficoltà da parte del bambino o allergie.

L’imprinting del gusto inizia nel grembo materno

  • Le preferenze di gusto possono essere condizionate da fattori innati, ambientali ed esperienze di apprendimento.
  • L’aroma degli alimenti consumati dalla madre influisce in modo significativo sul sapore del liquido amniotico, che offre al bambino stimoli gustativi e olfattivi e quindi il bambino apprezza sapori che appartengono alla cultura della madre.
  • Anche dopo la nascita il bambino attraverso l’olfatto ritrova i suoi punti di riferimento che lo rassicurano perché il bambino riconosce la madre anche dall’odore e nel latte materno un gusto a lui già noto, perché presente nel liquido amniotico.
  • Il gusto del latte umano varia a seconda della dieta della madre, pertanto l’allattamento espone il bambino a molti gusti diversi.
  • I neonati di madri che consumano carote, aglio e frutta regolarmente durante la loro gravidanza o lattazione mostrano una maggiore accettazione di questi gusti.
  • L’allattamento al seno può essere visto come un ponte di sapore tra l’utero e l’introduzione di cibi solidi.

Food neophobia

  • Il primo anno di vita rappresenta il momento ottimale per l’inserimento di tutti i vegetali e per prevenire la neofobia (paura del nuovo) che ha un picco di incidenza tra i 2 e i 6 anni.
  • Allattamento materno (esposizione sapori diversi, favorisce esperienza sensoriale ma se viene prolungato oltremodo compromette l’inserimento dei cibi nuovi).
  • L’accettazione dei nuovi cibi correla negativamente con il senso di sazietà (più il bambino è sazio meno gradirà nuovi alimenti).
  • Insistere nel proporre un cibo nuovo aumenta la probabilità che questo venga accettato e variare il modo di cottura dell’alimento “più ostico” da proporre facilita la sua accettazione (anche la frittura, se fatta bene, può andar bene).
  • Più cibi nuovi vengono ripetutamente e precocemente offerti più aumentano le probabilità di accettazione dei gusti diversi nel breve e nel lungo periodo.
  • Evitare di esporre ripetutamente il bambino ad alimenti troppo dolci o troppo salati.
  • Ricordo l’intervallo di tempo di 4-7 gg tra i singoli nuovi alimenti proposti (specie nel II semestre di vita).

Alimentazione da sei mesi a 2 anni: svezzamento

Intorno al sesto mese, il bisogno di energia del bebè inizia a superare l’apporto calorico del latte. Il consiglio è pertanto di iniziare a introdurre i primi cibi solidi nella dieta del bambino. 

È consigliabile iniziare da piccole quantità di cibo solido e aumentare gradualmente quantità e varietà con il passare dei mesi. Tra i 6 e gli 8 mesi sono consigliati 2-3 pasti al giorno e tra i 9 mesi e i 2 anni si consigliano 3-4 pasti più 2 eventuali spuntini. È importante mangiare qualcosa a distanza di 2-3 ore da un pasto principale per evitare che l’organismo non stia a digiuno per troppo tempo.

Cosa dare per lo svezzamento?

  • È consigliato inserire in ogni pasto le verdure e i 3 macronutrienti: carboidrati (come crema di riso o farine), proteine sin da subito da varie fonti (come omogeneizzati di pesce, passato di legumi e formaggi freschi) e grassi (1 cucchiaino di olio extravergine d’oliva). Dagli alimenti più liquidi si potrà passare gradualmente a cibi facilmente schiacciabili nella masticazione e poi più solidi e spezzettati.
  • È consigliabile diversificare il più possibile e il prima possibile, affinché il bambino e il suo organismo si abituino a una varietà di alimenti. Si consiglia di dare alimenti ricchi di fibre sin da subito, anche se con gradualità. Introdurre precocemente alimenti spesso allergizzanti, come uova o arachidi, aiuta a prevenire allergie nel bambino. Entro il primo anno d’età sono da evitare il miele, che può contenere tossine batteriche letali, e il sale, poco salutare.
  • Occorre proseguire l’allattamento, che contribuisce a un apporto nutrizionale corretto e aiuta a tollerare gli alimenti nuovi.
  • Può essere necessaria l’assunzione di integratori vitaminici dietro consiglio medico.
  • In caso di malattia, è consigliato dare più liquidi e alimentare il bambino con gli alimenti che più ama. In caso di bambini prematuri, sottopeso, malnutrizione o situazioni familiari e sociali complesse, è bene rivolgersi al medico per capire come gestire la situazione al meglio.
  • Idealmente, lo svezzamento si conclude a un anno d’età.

Alimentazione dai 2 ai 5 anni

L’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda di dare latte materno ai bambini, se possibile, almeno fino ai 2 anni. Può essere utilizzato ancora il latteformula 1 fino al primo anno d’età e oltre: non sono noti benefici nel cambiare tipo di formula. A partire dal primo anno d’età, è possibile dare latte di mucca o di capra pastorizzati e interi. È da evitare il latte di soia, a causa del suo contenuto di ormoni vegetali che potrebbero alterare la crescita del bambino.

Dai 2 ai 5 anni, il fabbisogno energetico è pari a 1400-1500 calorie, a seconda della crescita e del livello di attività (nei maschi possono essere necessarie anche più calorie). Da considerare sempre le necessità individuali. Il pasto più sostanzioso dovrebbe essere il pranzo, seguito dalla cena, dalla colazione e dagli spuntini.

In media, il fabbisogno nutrizionale giornaliero tra i 2 e i 5 anni è di circa:

  • 150-250 grammi di frutta e 150-300 di verdura;
  • 80-140 grammi di cereali (preferibilmente integrali);
  • 60-120 grammi di cibi proteici (fino a 150 nei maschi);
  • Circa 200 grammi di latticini. Ad esempio, latte intero a colazione. Fino ai 2-3 anni è sconsigliata l’assunzione di latte parzialmente scremato perché i grassi sono importanti per la crescita;
  • Piccole quantità di altri grassi (meglio insaturi, come un cucchiaio di olio extravergine d’oliva a crudo). 

Giornata tipo

  • Frazionare il cibo in cinque pasti durante la giornata
  • La prima colazione può essere a base di latte parzialmente scremato o succo di frutta o the o orzo, sempre accompagnati da fette biscottate o biscotti secchi o cereali oppure può essere di tipo salato come ad esempio pane e prosciutto crudo
  • Gli spuntini (di metà mattina e metà pomeriggio) possono essere a base di frutta fresca o yogurt o crackers o succo di frutta o gelato alla frutta
  • Nei pasti principali (pranzo e cena) deve sempre comparire un contorno a base di verdura cruda o cotta
  • Le patate non vanno considerate come verdura ma consumate in sostituzione del pane e della pasta
  • I legumi vanno consumati in sostituzione di carne o pesce o formaggio o uova o prosciutto
  • E’ indicato far ruotare i secondi piatti nell’arco della settimana, nel modo seguente: 2 volte la carne, 2-3 volte il pesce, 3 volte i legumi, 1 volta il formaggio, 1 volta il prosciutto crudo o la bresaola, 2 volte l’uovo
  • Preferire l’acqua per dissetarsi e utilizzare di rado bevande dolci gassate
  • Non eccedere nei grassi da condimento e utilizzare spezie ed aromi per insaporire le pietanze.

Dieta vegetariana nell’infanzia

Innumerevoli studi provano che l’alimentazione LOV (Latto-Ovo-Vegetariana) in età pediatrica è perfettamente compatibile con un buono stato di salute, un ottimo pattern d’accrescimento pondero-staturale, l’assenza di deficit marginali

Ma si può dire lo stesso per un’alimentazione di tipo vegan?

L’alimentazione vegana

È caratterizzata da:

  • alto contenuto di fibre
  • presenza di carboidrati complessi
  • bassa densità calorica
  • scarso apporto di alcuni aminoacidi (lisina, metionina, treonina)
  • carenza di: Vit D, Vit B12, riboflavina, calcio, ferro, zinco, carnitina

Può dare esito a:

  • bassa statura
  • peso inferiore alla media (…non è detto sia un male!!)

Le proteine vegetali sono meno assimilabili: vari studi suggeriscono di aumentare l’intake proteico dei bambini vegani:

– 30-35% per i bambini fino all’età di 2 anni

– 20-30% per i bambini di età 2 – 6 anni

– 15-20% per i bambini sopra i 6 anni

NB: l’aumento delle proteine vegetali nella dieta non sembra causare aumento di rischio di obesità!

Ferro e Calcio

  • cibi vegetali = solo ferro non-eme, poco biodisponibile;
  • assorbimento inibito: fitati, tè, caffè, cacao, alcune spezie, fibre;
  • assorbimento aumentato: vitamina C, acidi organici di frutta e verdura;
  • quantità raccomandata nei vegetariani il doppio dei non-vegetariani.

N.B.: alcuni studi riportano che a lungo termine l’organismo si adatti alle basse assunzioni di ferro, e che si sviluppino sia una riduzione delle perdite che un aumento di assorbimento.

  • Il calcio è presente in molti alimenti vegetali ed in molti cibi fortificati
  • Gli ossalati presenti in alcune verdure (es. spinaci, barbabietole e bietola), contengono molto calcio ma poco biodisponibile
  • Nel bambino più grande, la miglior fonte non lattearia di calcio è l’acqua.

Vitamina B12 e vitamina A

  • I vegetali non contengono quantità significative di vitamina B12 attiva.
  • Le diete vegetariane hanno molto acido folico, questo fa sì che venga mascherata l’anemia da carenza di B12. Perciò alcuni casi di carenza di B12 vengono riconosciuti solo alla comparsa di sintomi neurologici

Acidi grassi ω-3

  • nelle diete vegane si verifica una strana situazione: gli ω-6 sono ben rappresentati, mentre gli ω-3 sono carenti;
  • si determina uno squilibrio metabolico che finisce per inibire le forme fisiologicamente attive degli L-PUFA ω-3, EPA e DHA;
  • si può compensare assumendo fonti dirette di ω-3 a catena lunga, come le alghe, ricche in DHA, oppure i semi oleosi (noci, nocciole, mandorle) o l’olio di borragine, tutti ricchi di α-LA.

Latte materno da mamma vegan

  • Composizione in macronutrienti simile al latte umano di donne non vegane
  • Composizione carente in alcuni micronutrienti: Vit. B12, Ca, ω3 (direttamente correlati a dieta mamma)
  • Il contenuto di grasso nel latte umano è molto variabile a seconda del regime alimentare della madre che ne influenza la qualità (non la quantità)
  • I livelli bassi di DHA presenti nel latte sono correlati a un basso apporto nell’alimentazione materna
  • Il deficit di vitamina D nei bambini e nelle madri che allattano è in aumento ed è pertanto importante aumentarne l’assunzione. Potrebbe essere opportuno integrare la dieta con della vitamina D per donne durante l’allattamento e/o dai loro bambini.

Dati noti dalla letteratura: 

  • Le formule a base di soia sono da evitare, poiché più facilmente allergizzanti al di sotto dei 6 mesi
  • Meglio le formule a base di riso
  • SEMPRE e comunque formule studiate specificamente per la 1° infanzia, non “latti” vegetali da supermercato.

 Raccomandazioni

  • Gli alimenti per l’infanzia devono essere preparati senza aggiunta di sale, zucchero, spezie (i prodotti lavorati a base di soia o simili contengono spesso sale e spezie).
  • La frutta e i legumi devono essere privi di buccia e omogeneizzati.
  • NON introdurre spinaci e bieta prima dell’anno di età per la presenza di fitati e nitrati.
  • Non esagerare con il consumo di vegetali per la presenza di nitrati.
  • Introdurre con cautela la frutta secca a semi prima del 3° anno di età nei bambini con familiarità allergica.
  • Includere cibi ricchi in grassi nella dieta: tofu, burri derivati da semi oleosi e creme, avocado schiacciato, budini e zuppe fatte con latte di soia arricchito o con latte artificiale e moderate quantità di olio evo, di lino e di canola.
  • Servire pasti regolari con degli snack tra l’uno e l’altro: banana schiacciata con yogurt di soia, pane o cracker con tofu spalmato e muffin fatto in casa
  • Evitare troppe fibre nella dieta: alternare cereali raffinati e integrali. Apporto di fibre raccomandato dai LARN > 1 anno di età 8,4 g/1000 calorie.

In età pediatrica particolare attenzione a:

  • Nitriti e nitrati: azione antibatterica, esaltatori del colore della carne, esaltatori di sapidità. Ma riducono la concentrazione di O2 nel sangue, inattivano Vit B1 e B2, tachicardia, nitrosammine.
  • Glutammato monosodico: EUFIC lo dichiara innocuo. Sospettato di provocare intolleranze, malattie degenerative. È artificiale e nasconde il vero sapore dei prodotti.
  • Polifosfati: emulsionanti, addensanti, gelificanti e stabilizzanti, cioè capaci di legare l’acqua, dando un aspetto uniforme e liscio al taglio e in superficie. Ma causano una perdita di minerali (Calcio, Ferro, Rame, Magnesio).
  • Grassi trans: aumento dei livelli di colesterolo LDL, calo del colesterolo HDL e un incremento dei livelli di trigliceridi.
  • Antiossidanti fenolici: BHA, BHT, inibiscono irrancidimento delle sostanze grasse. Effetto ipertrofico della tiroide, azione anticoagulante, azione cancerogena (polmoni e vescica), epatossicità. (alimenti precotti, pesce, merende ai cereali, etc.)
  • Anidride solforosa: perdita di amminoacidi essenziali, inattivazione di alcuni enzimi, demolizione della Vit B1, modificazione degli acidi nucleici. (conserve, bevande, biscotti).

La restrizione lipidica in età pediatrica

Secondo le linee guida dell’ESPGHAN Committe on Nutrition non è indicata alcuna restrizione del contenuto di lipidi nel primo anno di vita. Infatti essa determina:

  • Aumento dell’assunzione di zuccheri semplici (peggioramento del metabolismo glucidico e del quadro lipidico per aumento della trigliceridemia e riduzione dei valori HDL)
  • Riduzione dell’intake calorico (i lipidi vengono sostituiti con nutrienti di minore densità calorica influenzando negativamente la crescita)
  • Ridotto intake di micronutrienti (vitamine liposolubili e Calcio)
  • Deficit di acidi grassi essenziali (influenzando negativamente lo sviluppo del sistema nervoso centrale, della funzione visiva e la regolazione delle difese immunitarie).

Il problema “formaggini”

Il settimanale Salvagente ha sottoposto a test 24 grandi marche di formaggini valutando la presenza di polifosfati e la quantità di proteine, grassi e sodio: ben 16, ossia 2/3 del campione totale contenevano polifosfati.

Tisane e finocchio

I semi di finocchio contengono estragolo, una sostanza genotossica e cancerogena: perciò la raccomandazione dell’Agenzia europea per il farmaco (Emea) è di non usare le tisane almeno fino ai 4 anni di età, se non dietro indicazione del pediatra. Ne viene sconsigliato il consumo anche alle donne durante la gravidanza e l’allattamento. Le ricerche hanno visto che c’è un margine di scarto troppo piccolo tra la dose assunta quotidianamente con un biberon e quella ritenuta cancerogena nelle cavie da laboratorio: quindi la sicurezza d’uso non è garantita.

I bambini imparano a mangiare

È importante che i pasti siano all’insegna del piacere, del benessere e del buon esempio. Così il vostro bambino impara ad avere un rapporto sereno e naturale con il cibo e sviluppa un comportamento alimentare sano. 

I bambini imparano molto osservando e imitando i genitori e altre persone di riferimento. È così che imparano a bere dal bicchiere, a mangiare con il cucchiaio e più tardi a usare la forchetta e il coltello. Data la loro tendenza a prendere come modello genitori e persone di riferimento, i bambini assumono anche molte abitudini alimentari degli adulti. Se ad esempio gli adulti mangiano volentieri molta verdura, i bambini faranno lo stesso. Se per i genitori o le persone di riferimento è importante sedersi a tavola gustando il pasto in tranquillità, è molto probabile che questo comportamento sia acquisito anche dai bambini.

Tuttavia non sempre i bambini accettano subito un alimento nuovo. È un fatto assolutamente naturale perché per abituarsi a un nuovo sapore occorre del tempo. L’apprezzamento per il dolce è innato. Il rifiuto di alimenti e cibi nuovi è particolarmente frequente nell’età infantile.

I consigli elencati di seguito sono utili per favorire l’accettazione dei nuovi alimenti e sviluppare un comportamento alimentare sano:

  1. Incoraggiate il bambino a provare nuovi alimenti, senza sollecitarlo troppo per evitare la reazione opposta. Scoprite insieme che aspetto e profumo ha un cibo, la sua consistenza in bocca,
    il gusto e che rumore fa masticandolo.
  2. Fate in modo che il pasto si svolga in un’atmosfera piacevole, in modo che il bambino associ il nuovo cibo a un’esperienza positiva.
  3. Non costringete il vostro bambino a mangiare alimenti che rifiuta,
    provate a riproporli in un’altra occasione. A volte sono necessari diversi tentativi a distanza di tempo prima che il bambino arrivi ad apprezzare un determinato alimento. Il gusto è qualcosa che si impara e i cibi con cui si ha familiarità risultano più buoni.
  4. Abbinate l’alimento sconosciuto a un altro che gli è familiare,
    per aiutare il bambino ad accettarlo, ma proponetelo anche da solo, cosicché il bambino possa conoscere la particolarità del suo sapore.
  5. Provate le diverse forme di preparazione adatte ai bambini. Ad esempio, potete offrire gli alimenti crudi o cotti, tagliati a boccon- cini, o presentarli a forma di faccina, macchinina o fiore.
  6. Siate pazienti. Prima che un cibo nuovo venga accettato, a volte occorrono diversi tentativi a distanza di tempo.
  7. In compagnia, tutto diventa più buono. Cercate di mangiare insieme in famiglia il più spesso possibile, senza farvi distrarre da telefonino, televisione, giornale, ecc.
  8. Come genitore o persona di riferimento decidete cosa portare in tavola, ma lasciate decidere al vostro bambino quanto mangiarne.
  9. I bambini hanno una buona percezione del senso di fame e
    di sazietà e non dovrebbero essere costretti a svuotare il piatto.
  10. Non occorre lodarli quando hanno mangiato molto. Ciò potrebbe spingerli a ripetere questo comportamento per compiacere i genitori o le persone di riferimento. È degno di lode invece il fatto che un bambino mangi in autonomia.
  11. Il cibo non è uno strumento educativo e non dovrebbe essere utilizzato come consolazione, ricompensa o punizione.
  12. I bambini assaggiano e mangiano con particolare gioia ciò che hanno preparato con le proprie mani, perciò lasciate che vostro figlio vi aiuti quando fate la spesa e cucinate, ad esempio mettendo i prodotti nel carrello, lavando la verdura, farcendo la pizza, apparecchiando la tavola o sparecchiandola.


Alimentazione dai 6 agli 11 anni

Tra i 6 e gli 8 anni, il fabbisogno energetico varia da circa 1200 calorie a 1800 (anche 2000 nei maschi). Il pasto più ricco di calorie dovrebbe essere il pranzo (40%), seguito dalla cena (30%), poi dalla colazione (20%) e dalle merende (una a metà mattinata, 5%, e una a metà pomeriggio, 5%, per evitare digiuni prolungati).

Il fabbisogno nutrizionale giornaliero è di circa:

  • 150-250 grammi di frutta (pari a circa 2-3 mele) e 250-400 di verdura (ortaggi pesati a crudo; la porzione di insalata è circa 4 volte inferiore);
  • 110-170 grammi di cereali(preferibilmente integrali);
  • 85-140 grammi di alimenti proteici (anche 155 nei maschi);
  • 250 grammi di latticini;
  • Piccole quantità di altri grassi (preferibilmente insaturi, come un cucchiaio di olio extravergine d’oliva a crudo

Dai 9 agli 11 anni, la dieta giornaliera raccomandata prevede dalle 1400 alle 2000 calorie circa (sempre a seconda della crescita e dell’attività del bambino).

Il fabbisogno nutrizionale giornaliero è di circa:

  • 300 grammi di frutta e fino a 500 grammi di verdura;
  • 120-150 grammi di cereali (fino anche a 200);
  • 120-200 grammi di cibi proteici (anche 250 nei maschi);
  • 300-375 grammi di latticini;
  • Piccole quantità di altri grassi (meglio se insaturi, come 1-2 cucchiai di olio extravergine d’oliva a crudo).

Menù e porzioni

Ai bambini tra i 6 e gli 11 anni è consigliato assumere ogni giorno:

  • 5-7 porzioni di verdure e frutta di vari colori, da inserire anche negli spuntini e nelle merende, anche in forma di frullati freschi 100% frutta;
  • 3-5 porzioni di cereali integrali (riso, grano, avena, mais, quinoa in forma di chicchi, pasta, pane) o altri alimenti ricchi di amidi (come le patate);
  • 2-3 porzioni di latticini (latte parzialmente scremato, yogurt magri, formaggi freschi);
  • 2 porzioni di altre fonti proteiche (pesce magro, carni bianche, legumi, uova, 2 volte a settimana pesce grasso, massimo una volta a settimana carni rosse);
  • Piccole quantità di grassi extra (come 1 cucchiaio d’olio extravergine d’oliva o 20-30 grammi di frutta secca).

Alimentazione vegetariana o vegana per i bambini

La dieta vegetariana (che esclude carne e pesce) e quella vegana (che esclude ogni prodotto di origine animale) sono compatibili con una crescita sana se c’è una corretta pianificazione insieme a un professionista sin dallo svezzamento. Infatti, gli alimenti di origine animale contengono alcune vitamine e altre sostanze di cui i vegetali possono essere poveri o privi.

La dieta vegetariana richiede un corretto bilanciamento tra latte e derivati, uova, ortaggi e legumi, affinché non vi siano eccessi di grassi o carenze di alcune vitamine del gruppo B, calcio, zinco e ferro.

La dieta vegana nei bambini, invece, richiede l’integrazione di vitamina D e B12. Inoltre, i bambini vegani sono a rischio di carenza di ferro, calcio, zinco e proteine di alta qualità, per cui è importante monitorarne periodicamente i livelli e consultarsi con un medico. 

Fonti